Starting point

Tutto l'anno nei parchi di Milano

 


Dopo essermi imposta di imparare a guardare il mondo in un modo nuovo, ora sono passata ad un altro step, forse ancora più impagnativo: quello di re-imparare a camminare.

 

Dai racconti familiari sono venuta a sapere che già a nove mesi "correvo" - avevo capito che così stavo più facilmente in equilibrio - e mi arrabbiavo perchè non riuscivo a stare in piedi sui palloni.

Le scale sia in salita che in discesa non avevano più segreti e andavo a rotta di collo verso nuove emozioni e pericoli di ogni genere.

 

Ora è venuto il momento di cambiare "passo". E' un po' che ci penso - forse un paio d'anni - complice l'amicizia con Elisabetta Del Dottore, maestra nella disciplina, ma scomoda da raggiungere: mica posso andare fino a Castiglione della Pescaia a prendere lezioni!

Così mi sono data un po' da fare e ho trovato qui a Milano l'istruttore di nordic walking dei miei sogni.

Si chiama Davide Bianchi e mi sembra proprio bravo.

Promette di portarci a spasso tantissimo nei parchi di Milano, a patto che impariamo in fretta la postura corretta.

La tecnica che insegna si chiama metodica in 4 passi ANI. e assomiglia molto a quella che all'estero si chiama  ALFA 247 ( a me piace di più questo nome perchè dopo la prima lezione di ieri al Parco di Trenno mi sento dentro l'energia di una Giulietta da 200 CV. I prossimi 47 arriveranno con il tempo!)

 

Mariagrazia


L'importanza di ricevere una testimonianza personale


Una testimonianza importante quella di Stefania che ci racconta della sua malattia e di come la sta affrontando anche grazie ad un paio di bastoncini da nordic walking. Ci sono persone che, nonostante si trovino in mezzo ad una bufera, non si arrendono e continuano ad andare avanti sorretti da una forza ed una determinazione non comuni. Loro "hanno il sole dentro" e grazie a questo riescono a superare le avversità e ad illuminare chi gli sta attorno.

 

Voglio ringraziare personalmente Stefania per aver voluto condividere la sua storia, in punta di piedi, "un grande esempio per tutti noi".

Ti aspettiamo, con le bacchette in mano, nella speranza di condividere un pezzo di sentiero...

Buona lettura

 

La mia storia è un po' quella che accomuna tante donne che, passati da poco i 50 anni, si ritrovano a fare i conti con una realtà difficile.

Benché inserita in uno scrupoloso programma di prevenzione, sportiva da sempre ed attenta alla sana alimentazione, a gennaio di quest'anno, mi viene diagnosticato un tumore al seno con linfonodi ascellari positivi. Non ho nemmeno il tempo di pensarci che, mi ritrovo in sala operatoria, dalla quale esco con un seno "aggiustato" e 21 linfonodi asportati di cui 19 metastatici - stadiazione molto aggressiva.

Per non farmi mancare nulla, il protocollo nei casi di tumore come il mio, prevede tutto: chemioterapia, radioterapia e terapia ormonale.

Il mio primo pensiero va ad un libro letto molto tempo prima: "ho il cancro ma non ho l'abito adatto".

Ecco, io mi sentivo così!

A volte, non pensi che possa succedere a te ed invece......improvvisamente niente più progetti, niente domani se non colmi di incertezze.

Lascio "l'eccellenza" presso la quale sono stata operata perché, benché sappia essere la verità, non accetto che mi si venga a dire che non ho alcuna possibilità di guarigione, con un misero 8% di probabilità di successo delle terapie: non credo sia questo l'approccio giusto con un malato oncologico!!!

Rispetto innanzitutto!!!

Non pretendevo che mi "indorassero la pillola", ma nemmeno perdere la battaglia senza combattere.

Lo sport che ho praticato da sempre, mi ha insegnato a lottare, a dominare con dignità il dolore, come durante le ultramaratone: si può farcela se esiste la determinazione ed il coraggio, lo si attinge dalla nostra perseveranza.

Mi prendo un mese sabbatico e alla fine accetto di sottopormi alle terapie.

Inizia così quello che io chiamo il "delirio ": perdita dei capelli, nausea e tutto il resto che il bombardamento chimico implica.

Un passo alla volta, ce l'avrei fatta.

Dalla data dell'intervento però, avevo capito che per superare tutto, avrei dovuto cercare la chiave dentro di me.

Lì, ho trovato due bastoncini....

Li avevo accantonati dopo due stages in alto Adige, ma erano rimasti sempre in un angolino del mio cuore a farmi l'occhiolino: era arrivato il momento di rispolverarli e ricominciare.


Quale migliore disciplina mi avrebbe aiutata a:

- riabilitare il braccio privato dei suoi linfonodi

- tenere sotto controllo il peso minato dalle terapie

- ridare grazia e armonia ai movimenti

- non affaticare le articolazioni, facendole lavorare nel contempo, in modo completo

- stare immersa nella natura

- rilassarmi mentalmente in una vera evasione di pensieri

- non accusare più quel fastidioso gonfiore alle mani tipico del camminare

- condividere tutto questo con altre persone?

Il tutto con una spesa molto contenuta e con la possibilità di non essere schiava di strutture!!!


Il nordic walking!!!

Ora serviva rifare un bel corso!

Ho digitato la parola magica su Google, preso contatto con un istruttore ANI e via, il gioco era fatto!

All'inizio mi sono sentita un po' "inopportuna", ma poi, me ne sono fregata.

Non avete idea di cosa abbia significato, dopo la prima lezione, sentire sul corpo l'indolenzimento muscolare, avere il sopravvento sui dolori della malattia!

Una sensazione che conoscevo bene, ma credevo impossibile da replicare: mi sentivo rinnovata, viva, e assolutamente come ero prima!

Sono entrata subito in sintonia con Davide, il mio istruttore, molto disponibile  a trovare il tempo quando io mi sentivo bene, fuori dal delirio della chemio!

E......è stata e continua ad essere un'esperienza bellissima davvero, che mi spinge a sforzarmi di stare bene, tra un ciclo e l'altro di terapia, per potermi regalare un uscita di Nordic!

Vorrei tanto che le mie parole raggiungessero tutte quelle donne che pensano che tutto sia finito con una diagnosi e dir loro che non è così.

Il nordic walking aiuta non solo a sopportare meglio gli effetti terribili della chemioterapia, ma anche a rimettere in gioco tante cose, che si pensano perdute.

Sì, si cambia dentro e fuori: un seno non più bello come prima, troppe cicatrici, un odioso aumento di peso, la perdita dei capelli, le sopracciglia disegnate, ma se accetterete di farvi sorreggere in questa dura battaglia da due nuovi bellissimi bastoncini, capirete che il corpo ritornerà come prima più velocemente, i capelli ricresceranno e che la forza parte dalla testa e fa muovere le gambe e tutto il resto!

Oh, momenti no, ci saranno!!!!

Io a volte non esco perché non mi va di farmi vedere con il foulard in testa! Ma poi passa!

Quando mi guardano con quel l'aria carica di compassione, io sorrido e sempre ottengo di rimando, la stessa cosa!

È uno scambio di sicurezze!

Tornando a me, sono quasi a metà del mio percorso curativo e quello che mi accompagna sempre è l'impegno che mi sono presa ad imparare sempre meglio il "gesto" del nordic walking: una perfetta armonia, un sincronismo assoluto di forza e pace.

Mi ricorda la precisione del metronomo, quando studiavo pianoforte....

Ecco, è proprio grazie alla sua assoluta precisione che si ottengono i molteplici benefici di questa disciplina e, proprio per questo motivo, vi esorto a non improvvisarvi Nordic walkers e frequentare un corso base che vi aiuterà a tale scopo.

Comprereste un'auto senza sfruttare appieno le sue potenzialità?

Quindi perché limitare il vostro stare meglio!

Per concludere, nella speranza di non avervi annoiati.........sulla mia strada ho incontrato Davide, il mio istruttore, Meri e Marco li conoscerò presto.......nonostante non sappia quanto sarà lungo il mio "cammino", sono sicura che farò il possibile per far germogliare e crescere, il seme che queste persone, con impegno, dedizione, simpatia, professionalità e non ultimo, pochi euro in cambio, piantano in ognuno di noi, al solo scopo di farci stare bene e a lungo!!!

Io ci sto riuscendo ed un grazie va anche a loro.

 

Stefania


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